Eleganza, cura dei dettagli e qualità della materia prima.
Siamo al Quartopiano Suite Restaurant, a Rimini.
Situato al quarto piano di un centro servizi, il ristorante spicca subito all’occhio per la sua veste puramente luxury e super chic.
Vengo accolta in prima linea dal gestore del Ristorante, Andrea che garbatamente mi accompagna al tavolo.
La Mise en place, rispecchia perfettamente lo stile del ristorante, di gran classe.
Non nego che per i primi 5 minuti si respira un aria leggermente tesa, ma solamente per il fatto che l’impressione iniziale sia quella di un ristorante dove la compostezza assoluta la fa da padrona,e quasi infastidisce.
La tensione si affievolisce grazie al primo calice di spumante offerto gradevolmente dalla casa insieme ad un piccolo entrée.
Accomodata a fianco ad una piacevole e luminosa vetrata mi rendo conto che in sala il servizio è quasi totalmente composto da ragazze giovani e raffinate. Il primo punto a favore per me è già assegnato, in quanto il servizio, soprattutto per quello che riguarda il vino è solitamente compiuto da un pubblico maschile che per anni si è appropriato della veste da Sommelier, discriminando un po’ il gentil sesso.
Ma veniamo alle cose importanti, il menù: composto da 2 menù a degustazione, carne o pesce e un menù a “sorpresa” in cui vengono servite, comunicando preventivamente eventuali allergie, 8 portate a discrezione dello chef, 3 antipasti, 1 primo, 2 secondi, 1 pre-dessert e 1 dessert.
Per chi volesse sentirsi libero di scegliere, il menù è anche alla carta.
Scegliendo il menù a sorpresa, ovviamente darete modo allo chef di mostrare la sua massima espressione creativa e quindi avrete sicuramente un quadro più definito dello stile di cucina.
La carta dei vini, la definirei molto vasta e importante, ma apprezzabile per il fatto che vi è tanto del territorio regionale oltre ad una buona selezione di vini “naturali” e vini esteri.
Mi sono lasciata convincere dai consigli di Andrea optando per il menù a sorpresa, e sono stata catapultata in un viaggio che non mi sarei mai aspettata.
Il menù era composto prevalentemente da pesce: gli antipasti meravigliosamente semplici ed abbinati, come i filetti di triglia su crema e chips di topinambur e ricciola marinata su un prato di cavoli colorati e burrata.
A seguire il primo piatto,composto da un risotto alle sogliole dell’adriatico mantecato con burro al limone e polveri autunnali, eccentrico di colori ed equilibrato di sapori, il mio preferito.
I secondi piatti entrano un po’ a fatica, in quanto le porzioni fino a questo momento soddisfano pienamente oltre che il palato anche il senso di sazietà, ma si prosegue; con il primo composto da rombo gratinato alle mandorle, bieta, castagne e bottarga e il secondo da uovo fritto filetti di sogliola, crema al parmigiano, spinaci e scaglie di tartufo.
La degustazione volge al termine con un sublime dessert, prettamente autunnale sia nell’aspetto estetico sia nella composizione in cui gli ingredienti predominanti sono composti da kaki e cioccolato di fave di Tonka.
Un percorso creato sperimentando diversi ingredienti e mettendo insieme le diverse consistenze, creando così un equilibrio aromatico e gusto-olfattivo piacevole e appagante.
Un menù di sapori autunnali, in cui la creatività dello Chef Silver Succi la fà da padrona creando un bellissimo viaggio.
La sua rivelazione sta proprio nel concetto di creatività e sperimentazione ed è così che crea i suoi piatti, sempre diversi e sempre in evoluzione con quello che è il mondo della cucina, mantenendo ben saldo il concetto di territorio e stagionalità.
“In cucina funziona come nelle più belle opere d’arte: non si sa niente di un piatto fintanto che si ignora l’intenzione che l’ha fatto nascere” cit. Daniel Pennac