“ … è nella crisi che sviluppiamo l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie,
chi supera la crisi supera se stesso senza essere superato”.
Albert Einstein.
Stiamo attraversando un lungo periodo che ci sta mettendo a dura prova sia da un
punto di vista fisico, psicologico, economico e sociale.
Improvvisamente, come un battito di ciglia la nostra vita composta da tante piccole
abitudini è stata stravolta; ad un tratto siamo stati costretti a guardare in faccia le
nostre paure ancestrali senza esserne pronti e preparati.
Abbiamo dovuto, e stiamo ancora facendo i conti con la paura della morte, della
solitudine, dell’impotenza e del “non sapere” e ci stiamo sperimentando nella
forzata costrizione delle “non scelte”.
Non possiamo uscire o frequentare i luoghi da noi preferiti, non possiamo scegliere
chi o quando frequentare i nostri amici, non ci è concesso di abbracciare o
avvicinarci ai nostri familiari neppure in situazioni drammatiche.
E questo è contro la nostra natura.
L’uomo è un animale sociale e come tale ha bisogno di relazionarsi con l’altro , di
sentirsi appartenente ad un gruppo; ed ecco che limitati nella nostra vita, ognuno di
noi ha dovuto far luce sul potenziale che lo contraddistingue.
Abbiamo cominciato ad allenarci in casa, ad ascoltare musica nuova, a cercare
hobby fattibili fra le mura domestiche e tra questi la maggior parte di noi si è
cimentata in cucina tra tradizionali ricette o piatti rivisitati.
Perché molte persone ha scelto come miglior passatempo il dilettarsi in prove
culinarie?
La cucina è sicuramente il luogo della casa più frequentato, dove ci si riunisce non
solo per mangiare ma anche per trascorrere del tempo insieme, ci si racconta, ci si
ferma è un luogo di condivisione e di ritrovo … e diciamoci la verità … mangiare ci
piace, il cibo ci rende felici, è buono e ci fa stare bene.
E’ bello quando ci presentano dei piatti succulenti che fanno bene agli occhi e al
cuore, qualcuno che cucina per noi, si prende cura di noi, ci manda un messaggio di
premura ed amore, di attenzione che non può lasciarci indifferenti.
Provare a sperimentare delle pietanze che ci piacciono e che prepariamo non solo
per gli altri, è tempo prezioso che dedichiamo a noi stessi, un tempo che utilizziamo
per spostare l’attenzione su qualcosa di creativo che prende forma e che
rappresenta un nostro prodotto.
Mentre cuciniamo è importante seguire attentamente le ricette ma al tempo stesso
abbiamo la possibilità di personalizzare il tutto come preferiamo e in questo periodo
di restrizione è sicuramente positivo lavorare di creatività stimolando
tutti i nostri sensi; utilizziamo le mani che toccano, impastano, usiamo gli occhi per
creare qualcosa di bello, coinvolgiamo l’olfatto ed il gusto che stimolano le
endorfine che ci rendono più felici.
Proviamo a riproporre delle ricette che ci riportano a vecchi ricordi, a momenti in cui
eravamo felici, penso alle torte della nonna,alle tagliatelle della domenica a
profumi che inondano la casa e che sono impossibili da dimenticare.
Si cucina per festeggiare, per ritrovarsi insieme, per stupire l’altro e la nostra
memoria ha ben inscatolato i momenti di festa trascorsi a tavola, momenti piacevoli
che ci univano e ci facevano stare bene.
Ed ora più che mai è importante riuscire a trovare uno spazio in cui ci sentiamo
sereni, in cui la nostra mente vaga in qualcosa di leggero, positivo, che allontana
anche solo per qualche ora tutte le notizie drammatiche che quotidianamente
sentiamo, non solo con l’udito ma soprattutto con il cuore.
Possiamo scegliere se cucinare da soli o coinvolgere i nostri affetti assaporando dei
momenti in cui ci regaliamo una parentesi di tempo lento, caldo,paziente,
un tempo che spesso nella nostra routine frenetica abbiamo dimenticato o mai
assaporato.
“… senza crisi non c’è merito. E’ nella crisi che emerge il meglio di ognuno perché senza crisi tutti i venti sono solo lievi brezze..”
Articolo scritto da Laura Brutti – Dott.ssa Psicologa e Psicoanalista