Uliassi

Non è semplicemente un ristorante ma è una vera e propria esperienza di vita.

Come un viaggio esplorativo nel mondo dei sapori.

Una scoperta dell’ignoto nel vasto mondo dell’enogastronomia.

Una vera immersione nel servizio e nella conoscenza di una cucina che supera ogni aspettativa e ti porta in uno spazio surreale.

La mia esperienza al ristorante 3 stelle Michelin da Uliassi inizia così:

  • la scelta del menù: 3 tipologie di menù da poter scegliere, “classico”, “caccia”, “lab23”.
  • i vini sono esclusi e puoi decidere di ordinare una o più bottiglie o farti consigliare un abbinamento a portata.

L’ambiente dai colori chiari e candidi, con tavoli tondi e tovaglie a coprire, crea un contesto rilassante e armonioso.

Inizia il servizio con l’aperitivo, composto da Loacker di fegato grasso e shot di Kir Royale.

Viene poi servito il pane con burro montato alle alici e geleè di olio al rosmarino.

La nostra scelta è ricaduta sul menù lab23, un menù di 12 piatti compresi l’aperitivo e i dolci, scelta fatta sulla base dei nostri gusti.

Ecco i piatti serviti:

  • Ricci e semi di fichi: avete presente quando vi immaginate un certo sapore e vi esplode in bocca tutt’altro? Ecco con questo piatto è andata più o meno così, un inizio da lasciare di stucco! un sapore che non avevo mai sentito e che mi ha letteralmente sbalordita, un mix tra sapori balsamici, sentori asiatici, leggermente speziate.
  • Macchia Adriatica-cardoncelli, luppolo, more, mirtilli e pinoli: se dovessi dare un sapore al sottobosco, glielo darei così come il sapore che aveva questo piatto, profondo, amaro con qualche nota acida che rinfresca il palato
  • Seppie scottate, olio di guanciale, bietola, miele e colatura di alici: Le seppie si scioglievano in bocca e avevano questa sapidità intensa che insieme alla dolcezza della bietola, alla sapidità della colatura di alici e alla grassezza dell’olio del guanciale creano un equilibrio perfetto di sapori
  • Insalata di ostriche, pesto di rucola, rucola, limone e borragine: il sapore del mare, minerale, acido e amaro, praticamente i miei gusti preferiti in un unico piatto.
  • Lumache(di terra)peperone friggitelo,origano, erbe soffiate: un piatto aromatico, molto gustoso, con una leggera croccantezza data dalle verdure
  • Anguilla affumicata, albicocca, rafano e alloro: affumicato, morbido, con una punta di aromaticità leggera che che questo piatto davvero molto piacevole al palato
  • Pasta all’assassina-fusilloni bruciati e sugo all’arrabbiata: uno di quei piatti che evoca ricordi e ti fa sentire al sicuro anche se il nome potrebbe ingannare, piccante ma piacevole.
  • Agnello ai carboni, vaniglia e ciliegie con nocciole: Per placare le noti piccanti del piatto precedente, lo chef presenta questo piatto dolciastro e leggermente acidulo.
  • Granita di limone: pulisce completamente il palato e rinfresca le papille gustative
  • Saint Honorè: dolce ma non troppo, presenta una punta di liquirizia all’interno dei mini bignè
  • Piccola Pasticceria: dalle geleè di frutta, al cioccolatino ripieno di formaggio erborinato per terminare con lo scoppiettante cioccolatino che crea delle piccole esplosioni grazie al suo processo di creazione con anidride carbonica.

Come vino ho scelto un Vermentino Ligure, “U Veciu” cantina Possa: un vino bianco macerato sulle bucce per 80 giorni in tini di legno. Un vino grintoso con note di mare, fresco, note sgrumate e erbe aromatiche.

Un vino che ho amato con tutte le portate tranne che con l’agnello per il quale serviva un calice di rosso non troppo tannico con note di ciliegia.

Un pranzo che come vi dicevo è un viaggio nella creatività e filosofia dello chef che sembra faccia uscire la sua personalità profonda e riflessiva, attaccato al territorio di origine, sperimenta e gioca con pochi ingredienti del piatto, esaltandoli all’ennesima potenza.

Un viaggio vero e proprio attraverso tutti i sapori: acido, amaro, sapido, affumicato, balsamico, piccante, dolce, uno per piatto, in un ordine perfetto, che percorre lungo il cammino gustativo e arriva all’apice con quello più intenso per concludersi con la dolcezza che adagia le papille gustative e rilassa i sensi.

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