“L’italiano “melanzana” ha un’interpretazione curiosa: la tradizione popolare interpreta questo nome come “mela insana”, probabilmente a causa del fatto che la melanzana non deve essere mangiata cruda, come un qualsiasi frutto, ma può e s s e r e c o n s u m a t a s o l o d o p o e s s e r e s t a t a c o t t a . Il frutto che si presenta in tavola è dato dalla pianta classificata come Solanum melongena, appartenente alla famiglia delle Solanaceae; originaria dell’India, è stata diffusa nell’area mediterranea dagli Arabi. I frutti, le melanzane, presentano una notevole varietà di forme e colori, dalle bacche allungate a quelle rotonde, dal colore viola quasi nero a violetti più chiari fino quasi al bianco. Di qualsiasi varietà la si desideri, prima di comprare una melanzana occorre controllare che la parte con il picciolo non sia secca e sia bene attaccata al frutto, che a sua volta non deve presentare ammaccature; la buccia deve essere ben tesa. Il picciolo va lasciato attaccato alla bacca anche se si decide di conservarla in frigo, comunque per non più di trequattro giorni. Tonde o lunghe, chiare o scure, le melanzane hanno in comune la consistenza, tendenzialmente spugnosa, e il sapore che vira tra l’amaro e il piccante, a seconda della varietà. Proprio per far perdere un po’ di amaro, prima di cuocerle (ricordiamo che la melanzana non va mai consumata cruda, deve sempre essere cotta prima) si usa tagliarle a fette o a tocchetti, a seconda della preparazione scelta, e tenerle qualche decina di minuti sotto sale o in acqua e sale. Una volta trattata col sale, e ovviamente risciacquata con cura, la melanzana si presta a vari tipi di cottura, dalla griglia, alla frittura, al forno. Innanzitutto va detto che, come altre solanacee, la melanzana contiene solanina, ed è questo il motivo per cui va sempre consumata cotta: l’alta temperatura riduce la quantità di questa sostanza tossica. Poi è necessario specificare che la melanzana, di per sé, contiene poche calorie, circa 18 ogni cento grammi; il problema è la consistenza spugnosa, che fa sì che questo ortaggio assorba il condimento come pochi altri. Una melanzana fritta non è consigliabile per una dieta ipocalorica; una melanzana alla griglia è già preferibile, per quanto anche in questa preparazione venga trattata con olio. La buona quantità di fibre ne fa un ortaggio consigliato in caso di stipsi; le virtù depurative che le vengono attribuite vanno associate a una favorevole attività rispetto alla salute del fegato (aiuterebbe anche nella secrezione della bile), e alle capacità diuretiche dovute anche alla grande quantità d’acqua che contiene. La medicina popolare le riconosce anche attività antinfiammatorie; tradizionalmente, le foglie della pianta venivano usate, in preparazioni particolari, contro ascessi ed emorroidi. La buccia può essere consumata ed è una buona fonte di sostanze nutritive. Su cento grammi, una melanzana è composta per più di 90 grammi d’acqua. I carboidrati rappresentano circa il 2,5 per cento della sua massa, così come le fibre; Il minerale più presente è il potassio; in minori quantità ci sono fosforo, sodio e calcio. Tra le vitamine, le più presenti sono quelle del gruppo B, oltre alla vitamina A e alla C”
1 rotolo di pasta fillo
2 melanzane
mezza cipolla di tropea
passata di pomodoro
sale, pepe nero
Tagliare dei quadrati di pasta fillo e disporli nei pirottini da muffin all’interno degli teglia apposita.
Tagliare la cipolla di tropea grossolanamente e cuocerla in una padella antiaderente insieme ad un filo di olio evo.Dopo qualche minuto aggiungere le melanzane e mezzo bicchiere d’acqua e lasciar cuocere per circa 10 minuti. Aggiungere poi la passata di pomodoro e aggiustare di sale. Allungare con un altro goccio di acqua e lasciar bollire e cuocere il tutto per altri 10 minuti. Una volta cotto con l’aiuto di un cucchiaio versare le melanzane nei rispettivi cestini e infornare il tutto a 200 ° per 6 minuti.
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